LE CENTRE D'ÉTUDES ARCTIQUES
Témoignages de fidèles du Centre d'Études Arctiques
Par Giulia Bogliolo Bruna,
Dottore in Filologia Classica, Storica
Centro Studi Americanistici " Circolo Amerindiano " Perugia
-I- |
Dalla sua fondazione nel lontano 1957, il Centre d'Études Arctiques
è un polo nevralgico della ricerca internazionale, straordinario
laboratorio di metodi e di idee, aperto alla collaborazione con enti, organismi
e studiosi stranieri nella più pura tradizione delle Annales. In
ossequio alla volontà del suo Fondatore, il Prof. Malaurie, il Centre
d'Études Arctiques è posto sotto il segno di un'interdisciplinarietà
operativa e di un rinnovato umanesimo.
Nel 1989, nell'ambito della mia attività di ricerca presso l'Università
di Genova, l'Istituto Geografico Polare di Fermo e il Centro Studi Americanistici
"Circolo Amerindiano" di Perugia, ho avuto l'onore di incontrare
il Prof. Jean Malaurie, personalità ricca e poliedrica, il cui eclettismo
ed il sapere enciclopedico lo apparentano ai grandi spiriti del Rinascimento
italiano. L'allora direttore del Museo Polare "Silvio Zavatti"
di Fermo, Prof. Mario Marchiori, desiderava stringere un partenariato scientifico
con il Centre d'Études Arctiques, che si è concretizzato,
tra l'altro, nell'organizzazione a Fermo della terza edizione del Festival
Internazionale del Film Artico.
Prima di scoprire ed apprezzare l'opera immensa e innovatrice del
Centre d'Études Arctiques nei più svariati campi del
sapere - dalle scienze della terra e del vivente alle scienze umane
- sono rimasta colpita dal carisma naturale e dall'intelligenza del
Prof. Malaurie. Come Cicerone, che celebrava l'humana dignitas ed
affermava l'assoluta impossibilità di dissociare cultura ed
azione, Jean Malaurie pensa agendo. Nel corso dei suoi seminari invita
i partecipanti all'esercizio ed alla prassi di una riflessione libera
ed originale improntata allo spirito di tolleranza, insistendo sulla
necessità di elaborare un pensiero che promuova la creazione.
In quegli anni, ero corrispondente a Parigi di Columbus 92, rivista
ufficiale delle Celebrazioni Colombiane in Italia, e mi dedicavo allo
studio dei primi contatti tra Europei ed Amerindiani. La lettura di
Ultima Thulé, autentica "Bibbia degli Inuit", opera
fondamentale e pionieristica divenuta un classico, mi aveva profondamente
impressionato suscitando in me una serie di interrogativi ed additandomi
nuove piste di ricerca. In che modo i contatti con gli Europei hanno
trasformato, talora meticciato, l'immaginario e le credenze degli
Inuit? Quali vettori e meccanismi di mediazione hanno promosso i transferts
culturali di ordine tecnologico e di carattere concettuale o intellettuale?
Come si è modificata l'immagine degli Eschimesi nel corso dei
secoli? Con quali strumenti l'Occidente cristiano è riuscito
a integrare, in un esotismo grafico e verbale, questo universo antropo-geografico
sconosciuto, lontano nel tempo e nello spazio della Divina Parola?
Tutte problematiche complesse e appassionanti che la maggioranza degli
studiosi non affronta, anche se meriterebbero un trattazione rigorosa
e puntuale da condursi con un approccio globalizzante.
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(Présentation à l'Unesco de l'ouvrage
" Destins croisés. Cinq siècles de rencontres avec
les Amérindiens ", (ouvrage collectif, Albin Michel, Unesco,
Paris, 1992. Dirigé et en collaboration avec Sylvie Devers
et Jean Malaurie). De gauche à droite : Anne-Marie Bidaud,
Jean Malaurie, Nelcya Delanoë, Giulia Bogliolo Bruna, Philippe
Jacquin. © Giulia Bogliolo Bruna |
Stimolata dagli incoraggiamenti del Prof. Jean Malaurie, che mi aveva invitato
a contribuire all'eccellente opera collettiva Destins croisés. Cinq
siècles de rencontres avec les Amérindiens (Paris, UNESCO/Albin
Michel, 1992), mi sono dedicata allo studio di questi temi e, in particolare,
alla fenomenologia dei primi incontri (secoli XVI-XVIII).
I seminari diretti dal Prof. Malaurie hanno contribuito in modo determinante
a strutturare la mia personalità di ricercatrice: ho imparato a riflettere
in gruppo, a dialogare con eminenti intellettuali provenienti da orizzonti
disciplinari differenti, ma animati da un comune anelito di verità.
Il pensiero malauriano, tortuoso solo in apparenza, si nutre di una riflessione
profonda, di un sapere enciclopedico, di una curiosità che si apparenta,
a mio avviso, alla curiositas degli Umanisti. Le sue idee maturano vagando
nei labirinti della conoscenza. (Si veda, su queste tematiche, il volume
Séminaire 2000-2001, De la vérité en ethnologie, coordinatrice.
da Dominique Sewane, pubblicato nella bella collana "Polaires"
fondata e diretta da Jean Malaurie presso la casa editrice Economica). Maieuta
generoso e sensibile, Jean Malaurie mi ha sempre incitato a studiare "la
si féconde et novatrice histoire des mentalités"; ho
esaminato le fonti scritte adottando una lettura incrociata e trasversale:
storica, letteraria, artistica, psicologica e semiotica. É necessario
imparare a decifrare la fenomenologia dell'Incontro (decodificare il linguaggio
talvolta ambiguo dei segni), ritrovare nelle antiche testimonianze scritte
le parole erratiche dell'Altro, leggere le ellissi così rivelatrici
e significanti per tentare di ridare la voce agli "oubliés de
l'Histoire". Esplorare le carte geografiche, i testi e le immagini
per illustrare il complesso gioco delle interazioni e delle influenze reciproche,
i movimenti di apertura selettiva e di acculturazione delle apparenze originati
dall'incontro tra due immaginari mitologici e religiosi, considerati a torto
impermeabili. La storia delle "conduites obscures", ama ricordare
il Prof. Malaurie, "demeure encore une vaste friche inconnue. Le dualisme
religieux des Inuits : terrain inexploré ... Que de plages d'ombres!
Il reste tant et tant à faire". A queste tematiche così
stimolanti e trascurate, ho dedicato numerose pubblicazioni ed il libro
Labirinti artici: alla ricerca degli Uomini-Pesce e dei Pigmei Boreali.
L'immagine icono-testuale degli Inuit nelle fonti francesi (XVI-XVIII) che
uscirà nel maggio 2004.

Cérémonie officielle de citoyenneté
d'honneur de la ville de Fermo, octroyée au professeur Jean
Malaurie par le Maire professeur Ettore Fedeli. 1er octobre 1998.
© Giulia Bogliolo Bruna |
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Ho sempre promosso una stretta collaborazione tra il
prestigioso Centre d'Études Arctiques e gli organismi di ricerca
italiani di cui sono membro. Conoscevo i legami di profonda e duratura
amicizia che univano Jean Malaurie al generale Umberto Nobile ed al
compianto Silvio Zavatti, esploratore e fondatore, nel 1945, dell'Istituto
Geografico Polare a Civitanova Marche. Il professor Ettore Fedeli,
sindaco di Fermo, e il professsor Giuliano Liberini, Direttore del
Museo Polare "Silvio Zavatti", mi hanno incaricato di organizzare
le indimenticabili Giornate in onore di Jean Malaurie, poste sotto
l'alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, del Ministero
della Pubblica Istruzione e delle Regioni Veneto e Marche. La consegna
delle chiavi della Città di Fermo a Jean Malaurie, nominato
cittadino onorario, e l'inaugurazione delle sale dedicate al grande
Esploratore presso il Museo Polare hanno coronato le manifestazioni
ufficiali. La pubblicazione del numero speciale de "Il Polo",
Alla ricerca della quadratura del Circolo Polare artico. Testimonianze
e studi in onore di Jean Malaurie (1999), che ho curato, ha riunito
trenta testimonianze di intellettuali italiani, francesi, belgi, danesi,
americani e russi. Unanimi, essi hanno reso omaggio all'opera ricca
e multiforme di questo scienziato umanista, difficilmente etichettabile,
fondatore della celebre collana "Terre Humaine", "Diderot
de l'Encyclopédie des temps modernes" secondo il sociologo
Jean Duvignaud. Polifonia di voci e sguardi incrociati per cogliere
l'essenza dell'insegnamento di Malaurie, per accompagnarlo nel viaggio
orfico dall'Inferno della barbarie e dell'intolleranza al Paradiso
agognato dell'intelligenza e della libertà.
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Per sua intima ed esplicita vocazione, il Centre d'Études
Arctiques oppone alla sterile specializzazione una feconda interdisciplinarietà,
favorendo scambi fruttuosi con le istituzioni italiane e, in particolare,
con il Centro Studi Americanistici di Perugia (convegni internazionali,
partecipazione alla redazione della rivista "Thule"). Sarebbe
auspicabile estendere questa collaborazione bilaterale all'ambito
europeo per attivare una strategia comune di ricerca a corto e medio
termine, con un programma di incontri da tenersi con frequenza annuale
nei vari centri di ricerca. A mio avviso, queste riunioni scientifiche,
potrebbero contribuire a rafforzare l'identità stessa di un'Europa
ancora in preda alle incertezze ed ai dubbi. |
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Le maire de Fermo, professeur Ettore Fedeli, en compagnie
du professeur Jean Malaurie, à l'occasion des manifestations
en son honneur. Uomini e voci del grande Nord. Fermo, 2 oct. 1998.
© Jean Malaurie |
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